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al testo di Salvatore Armando Santoro
Anno 1942
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La foto è tratta dal portale: http://www.autogallery.org.ru/forg917t.htm Te li ricordi più, tu, quei soldati? Te lo ricordi il rullo del motore? Dell'alemanno dal parlar confuso cosa oggi nel tuo cuor rimane? Tre anime che più io non conosco due tedeschi già mummificati le nostre vite ormai dimenticate una sbiadita visione che lampeggia. Non era poi diverso da mio padre, perso sui monti di Grecia o d'Albania, anche lui sognava il proprio nido illuso che anche il nostro fosse suo. Ora mi resta quel bacio raccontato quell'espressione che ti brucia in mente anche lui aveva due bambini anche lui perso in una guerra infame. Anche lui incerto sul proprio destino sperduto laggiù, in fondo allo stivale, in quel paese che ricordo appena in un nido disfatto e ormai distrutto. Cosa rimane di quel tempo andato? Solo un tratturo bianco e polveroso tra ulivi e siepi con le prime more la guerra e la paura nel mio cuore quel bacio d'un soldato premuroso ed il lontano rullare di un motore. Salvatore Armando Santoro
(Donnas 10.4.2018 – 11,27)
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Salvatore Armando Santoro
- 18/12/2018 02:16:00
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A GIULIA - Vedo che la guerra ha lasciato un retaggio che si ritrova in molte famiglie. E cosa credi che il mio sia tornato gentile e raffinato? La guerra distrugge i sentimenti e la dignità delle persone e li trasforma non in bestie ma in carnefici. Alla fine ammetti che la colpa non sia loro ma di chi ha trasformato quegli uomini. Ma un bambino quali ricordi alla fine si porta dietro nel suo sviluppo? Ed io mio padre lho sempre avversato al punto che sono andato via da casa giovanissimo. Ma in fondo non ci faceva mancare le cose essenziali e per orgoglio suo e soddisfazione sua personale ha voluto che i suoi figli studiassero quasi per riscattare quello che lui non aveva potuto conseguire. Questo, però, mi ha permesso di aspirare ad una esistenza più decente rispetto a tante altre persone che non hanno avuto quelle stesse possibilità. Ma in fondo al mio animo quellavversione è rimasta!
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Salvatore Armando Santoro
- 18/12/2018 02:14:00
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A GIULIA - Vedo che la guerra ha lasciato un retaggio che si ritrova in molte famiglie. E cosa credi che il mio sia tornato gentile e raffinato? La guerra distrugge i sentimenti e la dignità delle persone e li trasforma non in bestie ma in carnefici. Alla fine ammetti che la colpa non sia loro ma di chi ha trasformato quegli uomini. Ma un bambino quali ricordi alla fine si porta dietro nel suo sviluppo? Ed io mio padre lho sempre avversato al punto che sono andato via da casa giovanissimo. Ma in fondo non ci faceva mancare le cose essenziali e per orgoglio suo e soddisfazione sua personale ha voluto che i suoi figli studiassero quasi per riscattare quello che lui non aveva potuto conseguire. Questo, però, mi ha permesso di aspirare ad una esistenza più decente rispetto a tante altre persone che non hanno avuto quelle stesse possibilità. Ma in fondo al mio animo quellavversione è rimasta!
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Giulia Bellucci
- 17/12/2018 09:47:00
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Tempi molto difficili quelli, soprattutto nell’Italia meridionale ma un po’ dappertutto. Mia madre, che ha all’incirca la tua età, ricordava quel periodo di fame per loro, ma fame vera, di sfruttamento da parte dei “padroni”, proprietari terrieri per cui lavorava la sua famiglia. Ricordava il periodo di guerra senza il padre, lontano, che tornò si dalla guerra ma violento. Ora appare davvero così lontana tutta quella sofferenza. La vita viene e va e poi tutto sembra essere vanificato fpdalla fine che giunge per tutti, oppressi e oppressori. Scusa le tristi considerazioni. Ti auguro una buona giornata.
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Salvatore Armando Santoro
- 16/12/2018 02:29:00
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Anche questa è una storia vera. Vi sono poche mie poesie che non descrivono avvenimenti reali. Eh, sì! La mia vita è stata movimentata. Ma mi sembra logico che sia così: sono nato in una terra ballerina ed i terremoti mi hanno fatto per lunghi anni compagnia! Di questa storia ho vaghissimi ricordi e molti sono stati alimentati tramite i racconti di quel giorno ripetuti da mia madre in età adulta.
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